UNA SECONDA POSSIBILITÀ PER DETENUTI E DETENUTE

Il Settore Sportivo Nazionale Cinofilia ACSI, in collaborazione con CIAC ASD, scuola di formazione cinofila Affiliata che da anni vanta progetti attivi nelle carceri italiane, ha dato vita a 2 nuovi progetti di formazione cinofila.

Il primo è partito all’interno della Casa Circondariale di Civitavecchia, sezione femminile, grazie alla collaborazione e sinergia con Rotary Club Roma Centenario, Rotary Club Civitavecchia, Rotary club Colosseo, Rotary Club Aprilia e Cisterna, nonché i club di Tivoli e Velletri Club e la Fondazione Severino, sempre attiva nei progetti formativi e di giustizia riparativa, che hanno finanziato il progetto.
Il secondo progetto invece vede come protagonisti i detenuti del carcere “UTA” di Cagliari ed è stato reso possibile grazie al contributo di Rotary Club Cagliari e Rotaract.

“Il progetto nasce per favorire l’inserimento lavorativo, e quindi sociale, dei detenuti”, spiega il Presidente del Rotary di Cagliari Roberto Nati.

Saranno proprio i cani dei soci del Rotary e del Rotaract a partecipare alle lezioni nella casa circondariale “Desideriamo anche offrire un conforto nella fase di esecuzione della pena, e lo faremo grazie ai nostri cani che ad ogni lezione entreranno con noi in carcere”.
Le iniziative hanno l’obiettivo di offrire ai detenuti un’opportunità di riscatto e reinserimento sociale attraverso la formazione professionale nel settore della cinofilia.

Il programma prevede corsi teorici e pratici dedicati alla cura e all’educazione dei cani, sotto la guida di docenti esperti nel settore. I partecipanti avranno la possibilità di acquisire competenze tecniche spendibili una volta terminato il periodo di detenzione, favorendo così il loro reinserimento nel mondo del lavoro.

“Questa iniziativa rappresenta un esempio concreto di come la formazione possa trasformarsi in uno strumento di riscatto e inclusione sociale”, ha dichiarato Sabrina Brusa, Presidente di CIAC ASD e coordinatrice dei progetti nelle case circondariali.

“Siamo orgogliosi di contribuire a un progetto che abbraccia concretamente il concetto di giustizia riparativa”.

Anche il mondo rotariano e la Fondazione Severino hanno espresso grande soddisfazione per l’avvio del progetto.

“Il nostro impegno è volto a offrire nuove opportunità di crescita personale e professionale a chi sta cercando di ricostruire la propria vita. La cinofilia è un settore in espansione e può rappresentare una vera e propria occasione di riscatto per i detenuti”

“Il progetto ha già riscosso un forte interesse all’interno degli Istituti Penitenziari coinvolti, con numerose adesioni da parte dei detenuti desiderosi di mettersi alla prova in un percorso formativo innovativo. La speranza è che questa esperienza possa rappresentare un modello replicabile in altri istituti italiani, contribuendo così a una società più inclusiva e attenta al reinserimento delle persone in difficoltà”

Queste le parole di Roberto Tedeschi, Responsabile Nazionale del Settore Cinofilia ACSI il quale ricorda che ACSI ha già firmato un protocollo d’intesa triennale firmato da Antonino Viti, Presidente Nazionale ACSI e da Giovanni Russo, Responsabile del DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria).

Lo Sport riveste un’importanza fondamentale non solo per il benessere psicofisico, ma anche per l’acquisizione di valori educativi e sociali.

I Docenti/Formatori di CIAC ASD, che dal 2019 organizzano corsi di formazione in collaborazione con Rotary e Fondazione Severino all’interno delle case circondariali, sono certi che anche questi 2 progetti attivi possano dare un contributo non solo formativo ma anche emotivo e sociale ai detenuti coinvolti.

“La presenza dell’animale”, continua Sabrina Brusa, “funge da enorme catalizzatore sociale, crea gruppo, cooperazione, il cane non giudica e non pregiudica e questo fa si che le persone coinvolte abbassino le loro difese, si sentano parte di un progetto, di una speranza di vita futura oltre le sbarre”

Manuel Sicco, Silvia Angiolini e Madly Russo sono gli altri Tecnici ACSI Cinofilia coinvolti nel Progetto Formativo.

“Lavorare come Docente/Formatore in carcere è stata un’esperienza intensa, impegnativa, ma soprattutto profondamente arricchente. Entrare in quel contesto, dove le storie di vita si intrecciano tra errori, speranze e voglia di riscatto, mi ha permesso di guardare la realtà da una prospettiva diversa, più umana e autentica”

Queste le parole di Silvia Angiolini a cui si uniscono quelle di Sabrina Brusa

“Nel nostro ruolo di Docenti/Formatori, abbiamo il compito di trasmettere conoscenze e competenze, ma in realtà abbiamo ricevuto molto più di quanto potessimo aspettarci. Personalmente, ho imparato il valore della resilienza, della seconda possibilità e della forza interiore che alcune persone sviluppano nei momenti più difficili. Ogni incontro, ogni dialogo, ogni progresso fatto dai discenti è stato una lezione anche per me”

 

“Questa esperienza ci insegna a guardare oltre le etichette, a riconoscere il potenziale nascosto in ogni individuo e a credere nella possibilità di cambiamento. Ci arricchisce come professionisti, ma soprattutto come persone, lasciandoci una consapevolezza nuova: la formazione non è solo trasmissione di conoscenze e competenze, ma anche uno scambio profondo che trasforma entrambe le parti”

Conclude Roberto Tedeschi